venerdì 23 dicembre 2011

Intervista a BABBO NATALE

Intervistatrice: Allora, Babbo Natale...

Babbo Natale: Prego...dottore. Mi chiami dottore.

I: Come, scusi?

BN: Dottore! Gradirei essere chiamato dottore, se non le spiace.

I: Ah...ma certo, come vuole, dottore. Allora, dottor Babbo Natale...

BN: Che fa, mi prende in giro? La prego, mi chiami dottore, e basta. Ho più di 500 anni, mi merito un po' di rispetto... (questi giovani...)

I: Mi scusi, non volevo mancarle di rispetto... dicevo: dottore, la volevo ringraziare per aver ospitato la troupe de "La vita in diretta" nella sua baita in montagna...

BN: Di nulla, quando non ci sono quei demonietti degli elfi, in questa casa c'è un mortorio! Sembra di stare ad una convention del PD! Perciò mi piace molto avere gente in casa.

I: Le vorrei chiedere innanzitutto come sta: la gente a casa vuole sapere se ha superato la rottura con Belen e il ricovero in clinica per disintossicarsi dal Vov.

BN: Bene, bene, sto molto bene. Molto meglio di come gli invidiosi pensano che stia. Non tocco più un bicchiere da 3 mesi, e con Belen ci sentiamo, ci messaggiamo... l'ho chiamata per congratularmi con lei per Colorado cafè e le ho augurato un futuro radioso, che merita sicuramente.

I: E cosa pensa di Sebastiano Somma? Ha saputo che interpreterà il suo ruolo nella nuova fiction di Canale 5? Nel cast ci saranno anche la Pession, Pupo nel ruolo di capo-elfo, e Gabriel Garko nel ruolo del Grinch!

BN: Sono molto contento della scelta del cast, la produzione tra l'altro mi ha contattato, ho conosciuto Sebastiano, gli ho suggerito delle cose...sottigliezze, che però andranno a completare la sua interpretazione, sicuramente impeccabile.

I: Cosa ci può svelare della trama?

BN: Oh, nulla, mi spiace, non so molto, J.J.Abrams non lascia trapelare nulla... però vi posso anticipare che per il ruolo della renna dal naso rosso è stato contattato Beppe Fiorello!

I: Fantastico! Bene, ora passiamo al motivo più importante per cui siamo qui...

BN: So già dove vuole arrivare, signorina. Ma come ho già detto in conferenza stampa, la Rai non mi permette di parlare di Sanremo. Sa, ai piani alti vogliono creare aspettativa...

I: E va bene, non insistiamo! Sta arrivando il giorno di Natale: lei cosa farà? Ha in programma qualcosa di speciale?

BN: ...

I: ... magari ci può dire quale sarà il suo pranzo di Natale! Ha in mente un menù particolare?

BN: ... ...

I: A base di carne? Pesce?

BN: .......................

I: Ehm, allora... Spumante o champagne? Ehi, ma dove va? Aspetti dottore, la prego, rimanga... almeno si lasci staccare il microfono...

sabato 8 ottobre 2011

piccola fiaba estemporanea

C'era una volta una piccola Lomo.
Era stata trovata per terra da un corazziere corazzato che, non riuscendo a piegarsi per raccoglierla per via della corazza, la calciò fino a casa, facendo anche dei pallonetti per farle salire le scale che portavano a casa. La piccola Lomo, anche se tutta rigata e sporca, già aveva capito che in quella casa c'era dell'affetto. Basti pensare che la moglie del corazziere, che era una carrozziera, la ripulì per bene e la riempì di rullini 135 Ilford, Redscale, a volte con ISO tirati da 50 a 200, a volte addirittura delle Diapo da 125 bianconero. Insomma,c'era Amore.
Come tutte le Lomo della sua età venne portata a scuola, ma l'ambiente era freddo e distaccanto nei suoi confronti: figuratevi che come compagna di banco (ottico) aveva una Fuji X100 (figlia di papà con la puzza sotto al flash). La sua migliore amica divenne subito un'emulsione fotografica scadente (ossia un'emulsione da poco). Dovette lottare duro per dimostrare di essere all'altezza dell'inquadratura, di avere la giusta sensibilità, e di riuscire ad esporre con chiarezza, ovvero senza bisogno dell'esposimetro.
Ma un bel giorno la carrozziera, che era ben carrozzata, decise di lasciare il marito corazziere corazzato e di mettersi con un cazzaro, sì, insomma... con uno smargiasso sbruffone. Tal donnaccia prese baracca e burattini e svuotò quasi completamente la casa del corazziere corazzato, che rimase con la corazza, con 75 euro in caramelle, con una gondola in similvetro (ricordo del viaggio di nozze a Cuba) e con la Lomo (che nel frattempo era stata dotata addirittura di fisheye).
Il corazziere corazzato, tutto sconsolato, decise di rivendere i pochi averi per potersi pagare la cera che serviva per la corazza da corazziere. La gondola su eBay andò via come il pane e se l'aggiudicò per 539 euro un veneziano che non aveva una casa con l'affaccio sui canali. La Lomo venne acquistata a 50 euro con un Compralo subito. Nella trattativa però l'acquirente aveva specificato la consegna a mano.
Il corazziere sconsolato e corazzato prese la Lomo, il fisheye e la tracolla e si diresse cigolante all'appuntamento. E cling e clang e cling e clang arrivò alla casa dell'acquirente, che altri non era che la principessa Rodriga, nota collezionista e mecenate.
Il carrozziere subito intuì che la Lomo sarebbe andata in mani sicure, e tra un pasticcino nel te e una fetta di crostata alla cannella collocò la macchinetta plasticosa nell'Empireo di cellulosa, cioè la stanza che la principessa aveva allestito in onore della nobil arte della Fotografia.
La Lomo si guardò intorno: Seagull, Chinon e disposable cameras erano sullo stesso ripiano con Leica, Hasselblad e dagherrotipi. Ormai non era più "inferiore" e la sua carcassa blu opaca si confondeva col nero lucido della Nikon D700 e delle altre full frame. Sorrise, chiuse l'otturatore e sprofondò nel più bello dei sogni.

domenica 4 settembre 2011

vi presentiamo : le poesie come me le ricordo io

IL CINQUE MARZO
E i fussi, come il mobile
dato il mortazzo spiro
dette la spoglia a Memole
orba di Santo Spirito ...

domenica 15 maggio 2011

game over

Lo confesso.

Io mi faccio. Pallette.

Non giudicatemi, vi prego.

Sono arrivato a farmene anche 100. Arrivo ad un certo punto e poi ... tutto si annulla. Di colpo.

Ma poco dopo tutto ricomincia... e via altre pallette... un'altra esperienza, un altro strato di percezione, un livello superiore.

Tempo fa ho incominciato ad avere le prime allucinazioni.

Fantasmi, vedo fantasmi dappertutto. Fantasmi spaventati e spaventosi.

Sono forse i fantasmi del mio ignoto passato? O sono proiezioni del mio terribile futuro?

Ho coinvolto anche il mio amore in questa spirale verso l'abisso.

Sì, anche mia moglie si fa di pallette.

Vi prego, aiutateci.

In fede, Pac Man

mercoledì 6 aprile 2011

PECCATI DI GOLA

Cosa c'è di meglio di una guantiera di pasticcini? E' facile: DUE guantiere di pasticcini!

I pasticcini: non dovete sottovalutarne la valenza sociologica. Essi sono la cartina al tornasole della diversità di comportamento dell'Uomo nei confronti del suo simile.

Sia chiaro, le pastarelle sono pastarelle. Tali leccornie non sono oggetto di critica. Non hanno mica colpe, sono lì ad aspettare che qualcuno se le pappi. Quello che risalta agli occhi è l'approccio che l'Essere Umano ha nei confronti di tali benididdio.

Mettiamola sul pratico. Senza preavviso ti si presenta al pranzo domenicale la zia Filomena, con al seguito lo zio Aldo e l'orda di lemmings travestiti da bambini che lei spaccia per figli. Sfondata la porta corazzata, i cuginetti sgusciano dentro incominciando a demolire i muri, rosicchiandoli per la fame atavica che li contraddistingue. Zia Filomena fa il suo figurone, vestita male come Moira Orfei, illuminata dietro dal plafone del pianerottolo ed incorniciata dal montante dell'ingresso a mo' di enorme santino pagano. Zio Aldo a malapena si regge in piedi, non ti accorgerai della sua presenza per tutta la domenica. Del quadretto borghesuccio ed un po' squallido presentatoti all'uscio riesci solo a focalizzare le dita della mano destra della parente: questo pollice e questo indice reggono un nastrino dorato, il quale oppone ferma resistenza all'attrazione gravitazionale, che altrimenti trascinerebbe al centro della Terra un pacchetto giallastro.

Dimensioni stimate: 30x20x8 cm; peso: intorno agli 800 gr., pari a 25,72 oz.

Indubbiamente è lui. È il pacco delle paste domenicali.

F.lli Vesuvio, peccati di gola dal 1956” dice la carta un po' raggrinzita, ma di quel raggrinzito bello, non quello dei volti dei vecchi, per capirci.

Tu educatamente saluti, ringrazi e fai accomodare il parentame, mentre nella tua testolina le endorfine fanno la ola, scatenate dalla vista del presente. Salivazione a livelli di esondazione dell'Arno del '66.

Con la cura e l'attenzione che solo gli artificieri del III° battaglione Genieri possono capire, raccogli l'oggetto del desiderio e lo riponi nel frigo, mentre con i piedi gli ricavi dello spazio spostando il barattolo di maionese scaduto, i sacchetti di prezzemolo ingiallito e il telecomando di SKY (ecco dov'era finito!)

Ore 13:00 del meridiano di Grumo Appula. Ecco la composizione del desco.

Capotavola opposto: madre (la più vicina alla cucina e quindi al frigo, ma anche una delle più lente nei 20 metri ostacoli; non è una effettiva minaccia)

Lato destro: zia Filomena – cugino I – cugino II – zio Aldo (chiare minacce le due piccole canaglie, da non sottovalutare la loro genitrice; prevedibili tafferugli a centrocampo, organizzare rappresaglie)

Lato destro: cugino III – TU – fratello – padre ( qui l'allerta deve essere massima, diciamo DEFCON 2, essendo a tua portata di braccio; non si fanno prigionieri)

Capotavola: nonno (il diabete è il tuo ottimo alleato, quasi sicuramente non costituisce pericolo, a meno che non abbia corrotto i nipotini; occorre indagare)

Ci si prepara allo scontro finale già dalle prime portate. Si attacca con gli antipasti. Per ben due ore e tre quarti si finge cordialità e si elargiscono sorrisi, tra una polenta fritta ed un capo di salsiccia a punta di coltello, il tutto innaffiato da un ottimo Greco di Tufo.

Due fanali grigio-perla ti fissano da una sponda del tavolaccio. E' nonno Puccio, ex colonnello della Guardia di Finanza, un fascistone incattivitosi con l'età. Cerca di sminuirti con lo sguardo, di penetrare nelle tue meningi per vedere se hai le palle. Tu con nonchalance ricambi brevemente l'insulto non verbale con un sorrisetto a metà, mentre porti la forchetta carica al labbro. Un attimo dopo però, mentre deglutisci, lo incenerisci con la tua brevettata occhiata alla Clint Eastwood, ad elevato potere di penetrazione come un laser da saldatura. Meno uno. Lo sconfitto mormora qualcosa sottovoce, probabilmente ha tirato giù qualche santo imprecando.

Sotto il tavolo i marmocchi credono di disturbarti slacciandoti le scarpe, ma c'è un moto interiore che non ti fa pensare a queste sciocchezze, un afflato della psiche che ti rende inquieto, sempre più inquieto e distratto, fino ad infiocinare per errore la mano del povero fratello, avendola scambiata per una succosa fetta di melone. Distratto a tal punto da non sentire le bestemmie in gaelico che il sangue del tuo sangue sta vomitando nelle orecchie dei commensali. Non è distrazione, è solo concentrazione localizzata su un solo punto nell'universo, un punto distante da te più o meno 5 metri. Dentro di te, anzi dentro di tutti si ha la consapevolezza che entro qualche minuto ogni relazione sociale verrà azzerata.

E' ormai arrivato il momento tanto atteso. Sei sopravvissuto al pranzo, e ti rendi conto che già sognavi i dolci alla seconda forchettata di cannelloni.

Qualcuno ti porta il caffè. Ormai non riconosci più i volti familiari. Quel “qualcuno” che ti ha servito potrebbe anche offendersi se non ringrazi. E allora gli (o le) sorridi.

Contemporaneamente arriva il pacchettino, fluttuando nell'aria. Ovviamente non sei più in grado di intendere e volere. E sei entrato in guerra: qualunque cosa tra te e i dolci è il Nemico. Ricorda: non si fanno prigionieri.

Non riesci nemmeno a stare seduto: clinicamente parlando sei nel pieno di una sindrome psicomotoria definita acatisia. Non sei stato così insofferente alla sedia dall'infausta settimana in cui ti comparvero le emorroidi.

Nella fase di apertura, in un silenzio che si può provare solo nello spazio siderale, i commensali notano un vassoio di cartone argentato che si nasconde sotto un'orgia di manufatti eduli.

E' in questo momento che la Natura fa sentire il suo peso: millenni di evoluzione, miliardi di mutazioni genetiche, tutte finalizzate ad ottenere il Più Adattabile... tutto, pur di agguantare le paste migliori.

No, non sto esagerando. Se nella notte dei tempi il nostro ancestrale Progenitore non avesse preso quelle decisioni (usare l'ossigeno per la respirazione, ottenere energia dal glucosio ecc.) noi non saremmo di certo qui. E tu non saresti di sicuro davanti al paradiso della carie.

Cosa ti hanno insegnato anni di Biologia e Scienze alle scuole superiori? Il più adattabile sopravvive. Non il più forte, ma il più figliodiputtana... non lo hai mai dimenticato.

Tu sei lì a tavola con una masnada di orchi col tuo stesso cognome, tutti a scandagliare barchette, crostatine e babà.

Che dici, ci sarà la panna lì dentro?”, “Ma questa è alla ricotta? No, perché se è alla ricotta io non la mangio”. Parole in ordine compiuto che riecheggiano nella sala da pranzo. Ma tu ormai hai sublimato il concetto di Ascolto. Tu percepisci direttamente il pensiero dei tuoi parenti dall'odore che emanano le loro ghiandole sudoripare.

L'evoluzione prima e l'esperienza poi ti hanno insegnato a fare la prima mossa. Mai perdere l'occasione di fottersi la prima pasta, qualunque essa sia. Chi magna pe' primo magna ddu vorte.

Con lo scatto di un cobra dagli occhiali ti fiondi sulla migliore pasterella al mondo: la cassata siciliana. Talmente dolce che al confronto Love story è un film d'azione.

Sei riuscito a prendere con decisione ma anche con delicatezza la cassatina e a portartela alla bocca nel tempo di un battito di ciglia, tanto che la zia e tuo fratello sanguinante non si sono accorti di nulla. Tenendo presente che un battito di ciglia dura 0.3 secondi, la velocità della tua azione ti porterebbe a finire l'intera guantiera in 10 secondi netti (se solo il bon-ton, l'educazione e lo stomaco te lo consentissero). Tale rapidità nell'agire ha spaventato un povero cugino. Ottimo segno, vuol dire che la tattica della prima mossa è stata efficace: è servita a stordire il nemico per indebolirlo psicologicamente. Quel povero bimbo non avrà più il coraggio di competere col tuo braccio, ergo dovrà spostarsi e impiegherà più tempo a prendere un pasticcino. Tempo prezioso.

Round 2: bignè al cioccolato.

Round 3: cannolo siciliano ricotta e canditi.

Breve time-out per sorseggiare il caffè amarissimo (lo zucchero nel caffè fa ingrassare).

Round 4: veneziana alla crema (da intenditori).

E così via.

L'azione è talmente rapida che necessita di breve descrizione. Grazie a Madre Natura hai due braccia funzionanti, quindi mentre con la sinistra ti pulisci il muso dai residui appiccicaticci di cassata, con la destra hai già agguantato il bignè per portarlo alla bocca, successivamente la sinistra si porterà sul campo di battaglia tastando il cannolo più turgido (quello meno umido darà più soddisfazioni sotto il palato) e poi ancora avanti e indietro, in un moto elastico ipnotizzante per gli sprovveduti.

La concorrenza è battuta sul nascere. I più piccoli arrancano sulle sedie, cercando di vedere cosa stanno prendendo. Ingenui. Se solo avessero il tuo stesso Dono... tu le paste le senti, non hai più bisogno della bolgia di stimoli recettoriali concernenti coni e bastoncelli, che gli inferiori chiamano Vista.

Sei come l'embrione nella scena finale di 2001 - Odissea nello spazio. Una nuova specie.

Quando arriva l'armistizio, ossia quando tutti (chi più, chi meno) sono sazi e gonfi come otri, si controlla il vassoio e la famigliola noterà con stupore che ci sono sempre, SEMPRE delle paste che rimangono, quelle che non mangia mai nessuno.

Tu con amore le richiudi e le riponi al fresco.

Tra un paio d'ore le analizzerai meglio di un agente CSI alle prese con un'impronta.

Beh, le paste che rimangono inviolate rimangono un mistero nella cultura gastronomica terrestre. Perché mai le si prendono? Tanto non piacciono nemmeno a chi le sceglie.

E invece...

...invece hanno anche il loro perché. Hanno una loro dignità, sono anche loro piccoli ingranaggi nell'enorme meccanismo d'orologio che è la Vita.

Te ne accorgi solo quando, scacciati i parenti a pedate, alle 18 apri il frigidaire e ti chini sul vassoio semicoperto dalla carta, avvicinandoti come se volessi ascoltare qualcosa.

Ci metti un po' a scegliere quale mangiare. Non hai fame, e non è nemmeno voglia di provare sapori nuovi. Hai solo un impellente, fottuto bisogno di dolce. Si sa, la pasticceria è luogo di perdizione, e le paste sono il Male. E danno dipendenza.

Scarti svogliatamente la cupola di cellulosa lavorata, sposti la crostatina ai frutti di bosco, scansi il cannolo allo zabaione (bleah!), non degni nemmeno di uno sguardo la mini-mimosa e punti dritto alla codadirospo.

La sollevi, stavolta hai tutto il tempo per ammirarla. Al primo morso vorresti pentirti di averlo fatto, ma arrivato alla fine capisci. Capisci che anche queste 4-5 superstiti hanno una loro personalità, sono state studiate, create con amore e sfornate allo stesso modo delle altre. Ora le puoi apprezzare!

Nel giro di 24 ore le paste sono tutte finite, masticate in orari improbabili.

Hai appena mangiato le paste che non mangi mai. Ed è lì che ti scatta qualcosa. È un senso di sporcizia interiore, come quando riemerge un brutto ricordo, ancora sfocato. Col passare dei minuti, delle ore e dei giorni ti diventa tutto più chiaro. Tu fai questa sceneggiata del finto snob alle 18 della domenica solo per avere la coscienza pulita e per poterle mangiare, acquietando il Demone del Saccarosio che chiede tributi. A te facevano, fanno e faranno CAGARE, ma la tua avidità e la tua dipendenza ti portano non solo ad essere un emerito stronzo coi familiari, ma anche a mentire a te stesso nella solitudine di una notte in cucina. Che schifo. Daresti un rene per dello zucchero colorato.

E mentre pensi questo è già giovedì... tra tre giorni è domenica...

sabato 26 marzo 2011

io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi...

ho visto la Salerno-Reggio Calabria completata e sgombra dai lavori in corso

ho visto piste ciclabili usate ANCHE dalle biciclette

ho visto titolari di concessionarie onesti ed affidabili

ho visto un film di Bruce Willis dove alla fine lui NON muore

ho visto donne capire il fuorigioco

ho visto Kate Moss lucida

ho visto film a Natale senza la parola NATALE nel titolo

ho visto veline che ballavano per più di 5 minuti di fila

ho visto il Premier parlare di politica

ho visto un'opposizione

e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia.

E' tempo di... di... madò, ce l'avevo sulla punta della lingua...

IO AMO!

Io amo.

Amo le file alle casse del supermercato, con la cassiera lenta, o meglio con la cassiera veloce ma col vecchietto che conta i centesimi.

Amo essere fissato per ore in metropolitana la mattina, solo perché ho un baffo di dentifricio secco sul bordo inferiore destro del labbro.

Amo i vecchietti che brontolano guardando gli operai dei lavori in corso per strada. Cosa cazzo ne capite? Sarete mica tutti ingegneri?

Amo i nomi dei mobili dell'IKEA.

Amo chi fa colazione mettendo il dolcificante nel caffè, dicendo di essere a dieta, mentre mangiano un croissant doppia crema e amarena.

Amo chi racconta male le barzellette. Amo chi anticipa i finali delle barzellette. Amo chi anticipa e SBAGLIA i finali delle barzellette.

Amo i bambini casinisti e piagnoni, che si esprimono coi loro versacci nei momenti meno opportuni: durante la commozione dei funerali, nel silenzio rituale dei matrimoni, alle lauree, alle processioni, all'ultimo rigore della finale di Champions League.

Amo le mammine coi SUV. Perché vi fermate in terza fila, di traverso, davanti all'asilo, per poi scendere e prendere dall'immenso portabagagli uno zainetto microscopico dei Gormiti o delle Winx?

Amo chi conosce Demetrio Stratos.

Amo i nullafacenti che davanti alle sale scommesse cercano per terra i tagliandi vincenti.

Amo chi mi incontra e mi fa: “Beh, e allora, che si dice?”, evitando così di dover parlare per primo dei cazzi suoi.

Amo chi dice “assolutamente”. Amo ancor di più chi non specifica se è “assolutamente si” o “assolutamente no”.

Amo chi segue le mode dicendo di non seguirle.

Amo chi al semaforo si fa così avanti da non vedere quando è verde.

Amo chi sa fare le iniezioni.

Amo il politico che in TV guarda sempre fisso in camera, anche se l'intervistatore è di lato.

Amo chi non ha le basette.

Amo le vecchie che si stirano il viso, anche se dovrebbero sapere che sono le mani che sputtanano l'età.

Amo l'influenza, che anche quest'anno prenderà allo stomaco.

Amo chi porta i bambini alle sale Bingo fino alle 4 di notte.

Amo tutti quelli che non attraversano sulle strisce. Amo tutti gli automobilisti che non si fermano quando attraverso fuori dalle strisce.

Amo le foto sfocate.

Amo le donne che si incazzano se dimentichi l'anniversario, il loro compleanno, il loro nome.

Amo chi vende per telefono il pacchetto ADSL-flat alle novantottenni della provincia di Isernia.

Amo la ragazza che ti guarda male dopo averti sgamato a fissarle la scollatura.

Odio quando mi finisce la carta igienica, ma non la colica.

Amo i cani, i gatti, gli opossum, gli echidna, i capibara, le manguste, gli yak, le mosche, le zanzare-tigre, le tigri-zanzara.Amo i bradipi, lenti come farmacisti.

Apprezzo l'ornitorinco, crudele scherzo della Natura. Amico ornitorinco, ti sono vicino.

Amo i panda. Sì, i dolci, teneri panda cinesi, anche se per colpa della loro voracità ogni anno spariscono migliaia di ettari di bambù indifesi.

Amo dover parcheggiare in centro.

Amo chi fa manovra con la Smart. Farebbe prima a scendere e spingerla di lato.

Amo chi usa il WI-FI per sentire la radio via web.

Amo i lattonieri. Appena scopro cosa fanno nella vita, li amerò ancora di più.

Amo i geometri del Catasto. Tutti uguali, camicia - jeans - scarpe marroni - capelli lucidi di sebo - portacellulare sulla cintura - valigetta - cartellina verde oliva - marsupio di cuoio sotto l'ascella - occhiali da sole sulla fronte.

Amo tutti, tutti i cantanti napoletani, con i loro mielismi arabeggianti, virtuosismi da muezzin.

Odio la puzza di fragole. Voi chiamatelo profumo, a me fa cagare.

Amo i Sigur Rós e i loro criptici testi in islandese.

Amo chi va a piangere in TV e poi si indigna di essere stato ripreso.

Amo chi dice di non vedere la televisione.

Amo i testimoni di Geova, le loro citofonate alle 7 della domenica mattina, gli avventisti del settimo giorno, gli hare krishna, i valdesi, i sik, i cristiani rinati, gli adoratori del pube, i mormoni, i brahmini, gli zoroastristi, gli scintoisti, gli animisti, i milanisti.

Amo il tizio che è entrato prima di me in ascensore ed ha scorreggiato.

Amo quando l'anestetico dal dentista non ha ancora fatto effetto. E il dentista non se n'è accorto.

Amo quando non mi prendono sul serio. Amo anche quando mi prendono troppo sul serio.

Amo la pubblicità. Non tutta, solo quella dove c'è figa.

Odio il sole quando fugge dietro le nuvole, e mi fa sparire le ombre.

Amo chi va in auto a 3 kmh, salvo poi accelerare solo in presenza del semaforo giallo, che immancabilmente diventa rosso. Ma nel frattempo lui è passato. E io no.

Amo chi va a puttane dopo aver cenato in famiglia.

Amo i miei amici quando decidono di andare al bowling la sera in cui indosso i miei gloriosi calzini bucati.

Amo chi non sa coniugare i verbi. Se potrei, gli imparassi io a parlare.

Amo chi scrive liste cretine.

OROSCOPO 2011

ARIETE: nel mese di febbraio avrete una cartella esattoriale sbagliata che però non riuscirete a contestare. Chiamerete un amico avvocato per fare causa al Comune ma la perderete perché il vostro avvocato altri non è che un mitomane che va in giro per tribunali con la toga rubata a Di Pietro. Verso novembre le guardie municipali vi sequestreranno l'iPhone così state pace.

TORO: nella fuga dal carcere vi siete scordati il dentifricio. Entrando con disinvoltura in un emporio, con i piedi ancora tintinnanti per le catene, un addetto vi consiglierà un Mentadent sbiancante: non cedete alle sue lusinghe! In realtà è il signor Mentadent che di nascosto visita negozi a casaccio e propina i suoi prodotti. Opterete per un Pasta del Capitano al sapore di Funghi.

GEMELLI: ad ottobre le cose cambieranno. Se ci arrivate.

CANCRO: quel taglio di capelli vi sta male. Cambiatelo o mettetevi una parrucca.

LEONE: non si parcheggia in seconda fila! La vigilessa che vi ha fatto la multa ha chiesto anche un accertamento fiscale alla Finanza. La vostra "cooperativa" di extracomunitari che masterizzano DVD falsi ormai è da chiudere.

VERGINE: Seeeeeeeeeeeeeeee vattin!

BILANCIA: ogni estate venite derisi per il vostro terzo capezzolo: quest'anno deciderete di operarvi e perciò sfoggerete finalmente una terza tetta. Tutti gli animali della vostra Farmville moriranno per un virus informatico: vaccinateli, siete ancora in tempo.

SCORPIONE: fate sciogliere il cioccolato fondente in un pentolino e nel frattempo lavorate il burro fino a farlo diventare una crema. Aggiungete al burro metà dello zucchero, il cioccolato ormai sciolto, ed i tuorli. A parte montate a neve gli albumi ed aggiungetevi l’altra metà dello zucchero per poi unire i due composti. Ovviamente è tutta una metafora.

DRAGO: mi sa che avete sbagliato zodiaco. Comunque sappiate che a voi andrà tutto liscio. Quel problema inguinale passerà con quella pomata che vi vergognate a chiedere in farmacia.

SAGITTARIO: da quando vi siete trasferiti a Noicattaro la vostra qualità di vita è decisamente inficiata. Mentre cercate "inficiata" sul dizionario, dei ladri entreranno in casa vostra e, presi a compassione, vi lasceranno 50 euro sul tavolo. Lavoro: diventerete miliardari inventando assorbenti che non assorbono, per ragazze che non hanno ancora avuto il menarca.

OFIUCO: cosa CAZZO siete?

CAPRICORNO: areare il locale prima di soggiornarvicisi. Potete avere effetti collaterali anche gravi. Non somministratevi al di sotto dei 12 anni. Le immagini che vedete nello specchietto possono essere più vicine di quel che sembrano.

AQUARIO: la vostra perspicacia (che per gli altri è pedanteria) vi fa notare che "acquario" si scrive con la C. Spocchiosi come pochi, farete notare l'errore nella bacheca del sottoscritto, vincendo una bambolina offerta da Mark Zuckerberg in persona. Salute: tutto bene, però copritevi che c'è corrente.

PESCI: ueee! Da quanto tempo! Meh, e allora? Che si dice? Tutto a posto? Eh? Mi fa piacere, mi fa.